Ti ricordi la prima volta in cui sei andato in bicicletta? Fino a quando non avevi vista una (inconsapevolezza inconscia), neanche avevi il desiderio della bicicletta. Poi, hai notato gli altri bambini divertirsi con quello strano oggetto. I tuoi genitori te ne hanno comprata una, ma tu non sapevi da che parte iniziare per utilizzarla (inconsapevolezza conscia). Allora ti hanno montato i ruotini e ti hanno accompagnato per mano verso le prime pedalate. Tu ci hai preso gusto e hai iniziato a viaggiare in autonomia, prestando attenzione ad ogni singola azione di quel gesto apparentemente semplice (consapevolezza conscia). E dopo un po’ di cadute e qualche pianto, la bicicletta è diventata la tua migliore amica. Così amici che quando ci salivi sopra non dovevi più prestare attenzione ai movimenti che facevi (consapevolezza inconscia).

Ma cosa centra la storia della bicicletta con le abitudini e perché me ne stai parlando?

Le abitudini sono il risultato di comportamenti ripetuti nel tempo (21 giorni per qualcuno, 62 giorni per altri), e i comportamenti sono una serie di azioni ripetute in sequenza. Certe abitudini sono positive, sono cioè in grado di portarci a realizzare ciò che desideriamo. Altre sono invece negative, producono cioè dei risultati che sono lontani dalle nostre ambizioni.

E capita talvolta, siccome ne abbiamo sviluppato una consapevolezza inconscia (le attuiamo senza neanche pensarci), che non ci rendiamo conto di quanto certe abitudini siano diventante disfunzionali (non funzionano più). 

E se riconosci questo schema (abitudini – comportamenti – azioni), allora puoi anche interromperlo. Come? Cambia una singola azione di un comportamento, e quel comportamento non sarà più lo stesso. Ripeti nel tempo la nuova azione, e avrai un nuova abitudine. Sarà quella giusta? Se porta al risultato che desideri, missione compiuta. In caso contrario? Parti sempre dalla base: cambia un’altra azione del tuo schema, è gratis.