Magari non sei un amante dell’atletica. Magari, nel poco tempo libero che hai a disposizione, preferisci guardarti una serie poliziesca o fantasy. O magari preferisci leggerti un buon libro. Magari a parte, ho un consiglio da darti: non appena avrai 76 minuti liberi guardati il docufilm “No easy mile”: lo trovi su Netflix e al suo interno ci sono racchiusi tutti i segreti che spiegano come raggiungere l’eccellenza.

Il protagonista del docu è Mo Farah, una delle leggende viventi del mezzofondo mondiale. Nel suo palmares 4 ori olimpici, con una storica doppietta nelle gare 5000 metri e 10000 metri a Londra 2012 e Rio 2016. Ma non solo: 6 titoli mondiali, 5 ori continentali e una serie infinita di record raggiunti. A leggere tutti questi successi potremmo pensare all’atleta britannico come a un uomo a cui è stato donato un talento spropositato e grazie al quale ha vinto tutto. E in parte è vero.

Ma c’è una cosa che i palmares dei grandi atleti non raccontano e questo è il percorso che hanno dovuto affrontare per arrivare all’apice. Mi ha colpito molto la storia di Mo Farah perché il suo viaggio verso il successo è stato tutt’altro che lineare. Diamogli una sbirciatina insieme e portiamo a casa i migliori ingredienti della sua ricetta vincente.

GLI EVENTI NEGATIVI CONTRIBUISCONO A CREARE IL TUO CARATTERE | Farah è nato nel 1983 a Mogadiscio, in Somalia. Quando aveva otto anni, con la sua famiglia, si trasferì a Londra dove il loro padre viveva e lavorava. La sua nuova vita inglese fu tutt’altro che semplice: suo cugino gli insegnò subito alcune frasi, ma farsi capire nella vita di tutti i giorni era problematico tanto da non farlo sentire a suo agio a scuola nei rapporti con i compagni. Un’infanzia tutt’altro che in discesa.

CIASCUNO DI NOI HA UN TALENTO | Come primo sport Farah iniziò a giocare a calcio in una squadrata locale. Le sue prestazioni erano decisamente scarse. Lui stesso ha successivamente dichiarato di non avere alcune abilità a giocare a calcio, ma di essere capace di correre solo con la palla. Correre per l’appunto: fu proprio grazie a questa sua dote naturale che colpì il suo insegnante di educazione fisica e che, notando quel suo particolare stile, lo indirizzò verso le gare di atletica. E ci vide lungo.

I PRIMI SUCCESSI TI DICONO CHE SEI SULLA STRADA GIUSTA | Se sei dotato all’inizio è tutto semplice. A soli 14 anni vinse la sua prima gara importante, distaccando di molto il secondo ragazzino. A 18 anni vinse il Campionato Europeo Junior di atletica nei 5.000 metri. Sportivamente parlando, fino a qui fu tutto abbastanza facile per Farah che però non faceva veramente una “vita da atleta”: amava uscire con gli amici e fare tardi la sera.

CONFERMARSI NON È PIÙ SOLO UNA QUESTIONE DI TALENTO | Con il procedere della sua carriera Farah capì che le sue sole capacità innate non potevano più garantire da sole i suoi successi. Gli altri atleti erano molto forti e presto si trovò di fronte a prendere una decisione importante: restare un’atleta mediocre e continuare a fare quella stessa vita o modellare quelli più forti di lui e iniziare a comportarsi come loro. Così, nel 2005, si trasferì a vivere insieme ai migliori mezzofondisti keniani e iniziò a lavorare ancora più duramente: mangiare, allenarsi e dormire.

LA VITA, SPESSO, È LÌ PER TESTARE LE TUE VERE MOTIVAZIONI | Dopo tutti questi sacrifici nel 2006 vinse l’oro ai Campionati Europei di Cross e tutti, Farah compreso, si aspettavano di lì a breve una sequenza di risultati positivi. Così non fu: due anni più tardi non riuscì neanche a qualificarsi per la finale olimpica dei 5000 metri. Immagina: un atleta che sacrifica gli anni più intensi della sua giovinezza per competere ai massimi livelli e che non riesce a stare al passo dei migliori. Cosa farebbe la maggior parte delle persone? Probabilmente mollerebbe.

SE LE AZIONI CHE STAI FACENDO NON PORTANO AL RISULTATO CHE DESIDERI, CAMBIA LE AZIONI, NON L’OBIETTIVO | Farah decise quindi di cambiare qualcosa nel suo schema: innanzitutto il suo metodo d’allenamento, diminuendo il numero dei chilometri percorsi per fare spazio a lavori più specifici anche ad alta quota, senza dimenticare quelli per la velocità. E nel 2011 decise di affidarsi a un allenatore vincente, Alberto Salazar, spostando tutta la sua famiglia a Portland. Lui stesso dichiarò “La gara è importante, ma i successi si costruiscono in allenamento”.

L’IMPORTANZA DI AVERE UN PERCHÉ FORTE | Nel 2012 le Olimpiadi si svolsero a Londra e Farah “giocava” in casa essendo diventato cittadino britannico. Vinse il primo oro nei 10000 metri e i 75 mila spettatori presenti allo stadio olimpico impazzirono. Ma da lì a pochi giorni avrebbe dovuto gareggiare su un’altra distanza, quella dei 5000 metri, dove non partiva neanche da favorito. La moglie, proprio in quei giorni, avrebbe dato alla luce 2 gemelli e dentro la testa di Farah scattò questo pensiero: “non posso non portare a casa due medaglie. Avrò due figli. Vincerò per loro”. E fu proprio con questa motivazione che ottenne l’oro anche nei 5000 metri.

L’IMPORTANZA DI PORTARE VANTAGGI ANCHE AD ALTRI | Vincere non è mai un atto puramente egoistico. Quelli che lo fanno per nutrire il proprio ego o per sfoggiare il proprio narcisismo hanno vita breve. Vincere è una questione per molti, anche quando si parla di sport individuali. “C’è un momento della tua carriera in cui si smette di godere delle vittorie e non si ha più fame. In quell’attimo è quando si deve appendere le scarpe al chiodo. A me non è successo: io voglio vincere, voglio fare la storia, voglio continuare e voglio un giorno essere in grado di impressionare i miei figli”. Con questa visione Farah vinse altri 2 ori all’Olimpiade di Rio, rialzandosi dopo una caduta in finale e conquistando così una medaglia per ciascuno dei suoi 4 figli.

Fino a qualche giorno fa neanche io conoscevo la storia di Mo Farah, l’atleta somalo nazionalizzato inglese, con un sorriso contagioso e con la voglia di dimostrare al mondo che i risultati che otteniamo sono il frutto del nostro impegno. “No easy mile”, un documentario, un consiglio per te, un esempio di come si costruisce un successo, uno stile di vita!


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