Ti è mai capitato di avere delle scadenze e di non riuscire a rispettarle, perché nel frattempo hai deciso di fare cose che poi alla fine non erano così importanti? Ti sei mai ritrovato all’ultimo momento a dovere fare tutto di fretta per consegnare un compito o un lavoro, perché prima hai “bellamente cazzeggiato” e detto “sì… tanto poi lo faccio”? Se almeno una volta nella vita ti sei ritrovato in questa situazione, allora ciò che ho da raccontarti ora potrebbe esserti davvero utile.
Voglio condividere con te il contenuto della relazione tenuta da Tim Urban, un giovane scrittore e blogger americano, specializzato sul tema della procrastinazione. I procrastinatori sono tutte quelle persone che si danno delle scadenze e arrivano troppo spesso a ridosso delle stesse per terminare i propri compiti, qualsiasi essi siano. Sono cioè tutte quelle persone che si riducono “all’ultimo secondo” per terminare il proprio lavoro, sottoponendosi a degli stress che avrebbero potuto tranquillamente evitare se avessero rispettato il piano d’azione che diligentemente avevano creato con anticipo. Ma perché spesso ci riduciamo all’ultimo secondo per portare a termine i nostri impegni? A tal proposito ci viene in supporto l’originale e ironica spiegazione di Tim.
Nella mente di ognuno di noi esiste un primo attore che chiameremo il “decisore razionale” (immaginalo come un omino stilizzato, come quello che disegnano i bambini): il suo compito è quello di fare scelte logiche, di programmare il futuro, di fare piani d’azione e di guidarci verso i risultati che desideriamo. Fino a qui tutto liscio, se non fosse che Il “decisore razionale” non è l’unico attore che abita nella nostra mente.
Ne esiste un secondo, che per convenzione chiameremo la “scimmia urlatrice” (immaginala proprio come l’animale scimmia, capace di urlare e fare un gran baccano): il suo compito è quello di intromettersi regolarmente nei piani del decisore, mandandoli in fumo, e convincendolo che è lei quella destinata a guidare la mente, ora, in questo momento. E siccome nella testa di ognuno di noi esiste un solo timone, quasi sempre la scimmia urlatrice spodesta il decisore e prende lei il comando, di fatto guidandoci verso azioni diverse.
Convince il decisore con frasi del tipo “…non ti preoccupare, alla fine, poi, non è così importante per te agire subito. Puoi farlo dopo amico mio…”. La scimmia è motivata da azioni facili e divertenti: per questo ti consiglia di distrarti, di aprire Facebook, di accedere a Netflix o di guardare cosa c’è di nuovo nel frigo rispetto a 10 minuti fa. Così il tempo passa, e lei si inventa sempre nuove attività futili, giustificandole al tuo inconscio come attività di vitale importanza. In questo modo, le cose da fare si accumulano e le scadenze dettate del “decisore razionale” si avvicinano, fino a quando…….
… Interviene il terzo e ultimo attore che vive nella tua mente, rappresentato da Tim come “il mostro del Panico”, ossia l’unico vero antagonista temuto dalla scimmia urlatrice. Il mostro del Panico dorme spesso e si sveglia solo quando le scadenze si avvicinano e quando sa che non c’è più tempo da perdere. A quel punto, la scimmia, che è letteralmente terrorizzata dal mostro del panico, appena lo vede si rifugia su un albero, lasciando libero il timone. Il decisore razionale quindi, nonostante la paura, la tensione e l’ansia, decide di riprendere il comando del timone e procede dritto a realizzare quanto si era prefissato, sottoponendoci a dei ritmi serratissimi e a notti insonni per consegnare i compiti.
Ma veniamo alla morale di questa storia. Secondo Tim, esistono 2 tipi di procrastinazioni: quelle che hanno una scadenza e quelle che non ce l’hanno. Le prime sono rappresentate dai progetti a breve termine, e a meno che tu non abbia imparato a domare la scimmia che vive in te, molto probabilmente riconoscerai che applichi frequentemente lo schema qui sopra descritto. Le seconde, quelle senza scadenza, sono rappresentate dalle scelte importanti della nostra vita: ad esempio le nostre relazioni, la salute, la realizzazione dei nostri sogni professionali, ecc… E aimè, non avendo queste una scadenza, non chiamano mai in campo il mostro del panico, il che significa che a guidare la mente è spesso la nostra scimmia.
Ecco perché alcune persone vivono un senso di frustrazione ed infelicità quando guardano al proprio futuro. Non riconoscendo questo schema, sono spesso spettatori della propria vita. Il loro vero problema non è realizzare la vita che desiderano, ma trovare la forza di inseguirla. Se la tua vita durasse 90 anni, e fosse rappresentata all’interno di un foglio bianco da tante piccole caselle (come quella indicata nella foto qui sotto) che rappresentano ciascuna una settimana della tua vita, e tu colorassi le settimane che in qualche modo hai già vissuto, e guardassi quelle ancora bianche che ti rimangono… Che cosa di realmente importante vorresti realizzare? Per che cosa saresti disposto a interrompere questo schema e mettere a tacere la tua scimmia? Buona riflessione, e non darle da mangiare troppe banane!
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