Quando la vita ci mette di fronte ad una nuova sfida, viviamo spesso emozioni contrastanti: se da una parte la novità ci motiva e ci crea adrenalina, accendendo in noi un rinnovato entusiasmo, dall’altra l’incertezza del risultato rischia di farci tremare le gambe nei momenti che contano. E più grande è la posta in palio, maggiore sarà la paura di fallire. Nello sport, ad esempio, è facile constatare questo genere di situazioni. Quante volte ho sentito dire “quel giocatore non ha saputo reggere la pressione” oppure “quando quell’atleta avrebbe dovuto far la differenza, non è stato in grado di farla”. I non addetti ai lavori, e talvolta anche gli atleti stessi, adducono le colpe ad una dicitura troppo spesso utilizzata impropriamente: l’ansia da prestazione

Penso ad un pilota che deve competere per arrivare in prima posizione, ad un’amazzone che deve scendere sul campo-gara e fare zero errori, o ad un tennista che ha in mano il punto per chiudere il set. Penso allo sport, ma non solo. Penso anche, ad esempio, ad uno studente che deve superare un esame in università: si è preparato per mesi e in 30 minuti deve riuscire a far capire al proprio professore che si è impegnato ed ha acquisito le nuove competenze. Ma anche ad un direttore commerciale che deve raggiungere il budget definito dall’azienda: sa che il risultato che lui e la sua squadra otterranno influenzerà la considerazione che i suoi capi avranno di lui, e di conseguenza la sua carriera. Ma come si gestisce tutta questa pressione? E perché parlare di “ansia da prestazione” è decisamente improprio? Proviamo a ragionarci insieme. 

Tutte le volte che definiamo un risultato da raggiungere, noi stiamo (consciamente o inconsciamente) definendo un insieme di azioni che hanno lo scopo di condurci al traguardo. Ma tutti noi sappiamo che quel risultato sarà influenzato da una serie di fattori, molti dei quali dipenderanno da noi e altri per i quali non avremo controllo. Nello sport, per esempio, “vincere una competizione” implica il fatto che ci siano degli avversari le cui prestazioni non dipendono da noi, ma che sicuramente influenzeranno il risultato stesso. Esistono quindi una serie di azioni che sono sotto il nostro pieno controllo, e altre che che invece dipendono da qualcun altro e sono indipendenti dalla nostra volontà. Ecco perché sarebbe decisamente più opportuno parlare di “ansia da risultato”. Le prestazioni, di per sé, non possono crearci ansia, perché dipendono da noi e perché, se ci siamo preparati, non abbiamo nulla da temere. Ciò che può crearci ansia sono invece i risultati, perché nei risultati esistono tutta una serie di fattori che possiamo sì influenzare, ma che non dipendono interamente da noi.

Ecco allora qualche consiglio per abbandonare le brutte sensazioni che si possono provare tutte le volte che ci si approccia ad una nuova sfida. Che tu debba raggiungere il budget, superare un esame o vincere una competizione, d’ora in avanti:

A. DEFINISCI IL RISULTATO ATTESO | Che cosa voglio raggiungere nello specifico? In che modo, una volta raggiunto, mi accorgerò concretamente di averlo ottenuto? Cerca di essere molto specifico nelle indicazioni che darai alla tua mente.

B. CHIEDITI QUALI FATTORI DIPENDONO DA TE | Di tutte le azioni necessarie che devo mettere in campo per arrivare alla meta prefissata, quali dipendono esclusivamente da me? Su quali devo mettere il mio focus? Separa ciò che è sotto il tuo pieno controllo da ciò che non lo è.

C. CONCENTRATI ESCLUSIVAMENTE SULLE TUE AZIONI | In che modo posso influenzare e guidare le mie azioni per ottenere il massimo? Che cosa posso fare per farmi trovare pronto nel momento decisivo? Metti la tua attenzione sulla prestazione che dovrai fare tu, e impegnati affinché sia super.

D. ALLENATI AD AVERE UNA MENTALITÀ DA VINCENTE | Come posso aumentare le mie probabilità di successo? A quali dettagli devo prestare attenzione? Di questi, quali sono in grado di fare davvero la differenza? I vincenti non raggiungono subito ciò che desiderano, ma prima o poi ci arrivano perché hanno compreso come ottenere il massimo da se stessi. 

E. PERSEVERA | Ho raggiunto il risultato che desideravo? Se la risposta è sì, bravo, brava. Hai fatto un ottimo lavoro e stai alimentando il tuo senso di efficacia! Se invece la risposta è no, chiediti: che cosa posso migliorare e quando ci riproverò? Quando ti dicono che ci devi riuscire al primo colpo, ti stanno raccontando una menzogna. Le persone più influenti di questo pianeta sono diventate tali perché hanno fatto grandi cose, ma spesso solo dopo aver attraversato dei fallimenti.

I risultati mettono ansia, le prestazioni no. Tieni a mente questo concetto tutte le volte che ti troverai in una situazione come questa. Concentrati su ciò che dipende da te e… goditi il viaggio! Se pensi di essere un vincente, i risultati che otterrai lo dimostreranno!


VUOI LEGGERE IL PROSSIMO ARTICOLO IN ANTEPRIMA? INSERISCI QUI I TUOI DATI:

[formlift id=”917″]