Le emozioni, si sa, da sempre fanno parte della nostra vita. Ci pervadono, tutti i giorni, guidando le nostre scelte e i nostri comportamenti in maniera del tutto irrazionale. E tutte le volte che proviamo ad imbrigliarle, loro si ribellano, e con una forza straordinaria ci dimostrano che vogliono essere ascoltate e accolte. L’emerito Professore di Harvard, Daniel Dennet, in uno dei suoi trattati definisce le emozioni come “competenze senza comprensione”.

Il mondo delle neuro-scienze ha ormai dimostrato che oltre l’80% del nostro agire avviene al di sotto del nostro livello di coscienza ed è influenzato proprio dalle emozioni. Ecco perché talvolta ci è difficile spiegare il perché di ciò che osserviamo o di ciò che proviamo. Da anni le emozioni sono oggetto di studio da parte della psicologia e della filosofia. Ci sono autori che hanno dedicato un’intera vita a ricercarle e ad approfondirle.

Giorgio Nardone, psicologo e psicoterapeuta di fama internazionale, è forse uno dei massimi esperti in questo campo. Con il suo “approccio breve strategico” ha rivoluzionato il modo di fare terapia. Per lui, le emozioni sono risposte adattive a stimoli interni ed esterni. Che cosa significa nel concreto? Se ci spaventiamo, ad esempio, siamo in grado di riconoscere quello stimolo e rispondere in maniera adattiva nell’arco di una frazione di secondo. Ecco perché dovremmo imparare a cavalcare le nostre emozioni piuttosto che sedarle, ingabbiarle e condizionarle. Il professor Nardone le spiega con molta chiarezza e identifica 4 emozioni primarie: paura, rabbia, piacere e dolore. Vediamole insieme.

PAURA | Una delle emozioni più importanti della nostra vita, anche solo per il motivo che è una di quelle in grado di salvarci la vita; è atavica, e il suo compito è quello di tenerci lontano dai pericoli. Ma chissà perché, nella nostra strana cultura, la paura è vista come un nemico: ci insegnano che dobbiamo sedarla e controllarla. Purtroppo però, quando questo avviene, si scombussola il suo naturale processo, e la conseguenza è quella di vivere ripetuti stati d’ansia che, talvolta, si traducono in attacchi di panico. Ma se solo imparassimo a guardare in faccia le nostre paure, e in qualche caso, per assurdo, ad ingigantirle volontariamente, noteremmo che la paura altro non è che una nostra alleata nella creazione di una delle risorse più importanti di cui ogni essere umano ha bisogno: il coraggio.

RABBIA | Se ben veicolata e ben gestita, la rabbia è lo stimolo psicofisico per eccellenza che ci permette di superare quegli ostacoli che altrimenti non riusciremmo ad affrontare. La proviamo quando siamo frustrati, quando vorremmo ottenere qualcosa ma non ci riusciamo. Viene spesso rappresentata come la nostra tigre interiore ed è compito nostro accettarla, assecondarla e cavalcarla. Dobbiamo imparare ad orientarla e per farlo dobbiamo farcela amica creando con lei un rapporto costruttivo e non di sottomissione. Ecco perché la rabbia andrebbe rivalutata e accettata nel nostro mondo interiore come una di quelle risorse fondamentali.

DOLORE | L’emozione che più di tutte ha il potere di farci guarire. Emil Cioran diceva: “il coraggio che manca ai più è il coraggio di soffrire per cessare di soffrire”. La maggior parte di noi tende a tenerlo a debita distanza. Ma il dolore va accettato perché fa parte della nostra vita. Attraversarlo, “passarci dentro”, ci fa guarire dalle ferite emotive più profonde. Evitarlo ci fa rimanere nella palude, e l’agonia si protrae per molto tempo. Decidere di viverlo, magari dedicandoci un momento della giornata in cui versare tutte le sue lacrime, ci fa sì toccare il fondo dell’abisso, ma anche tornare immediatamente a galla. Il dolore si cavalca accettandolo e vivendolo.

PIACERE | L’emozione forse più ricercata ed esaltata dalla nostra società del ben-essere. Se, ad esempio, impariamo a riconoscere uno stimolo piacevole, possiamo lasciarci andare senza razionalizzarlo e questo lo dobbiamo proprio all’emozione piacere che riconosce in quello stimolo qualcosa di non pericoloso. La gioia, ad esempio, è uno stato d’animo che rappresenta l’effetto di un piacere persistente. Ma attenzione, anche l’emozione piacere ha dei lati oscuri: quando viene condizionata, assoggettata o distorta, ci fa riconoscere come “stimolo piacere” anche le cose più pericolose che hanno il potere di distruggerci (basta pensare alla droga o alle varie dipendenze).

Ma perché ti ho portato fino a qui? Il mio scopo, con questo articolo, è quello di trasferirti le tre convinzioni sulle emozioni che da sole sono in grado di aiutarti a gestire le varie situazioni che incontrerai sul tuo percorso. In ordine:

1 | NON ESISTONO EMOZIONI POSITIVE E EMOZIONI NEGATIVE. Tutte e quattro le emozioni primarie hanno una funzione positiva se ben canalizzate. La paura è coraggio, la rabbia è forza, il dolore è cura, il piacere è gioia. La differenza sta “nel come le utilizzi”.

2 | LE EMOZIONI VANNO CAVALCATE | Mai e poi mai tentare di sedarle, limitarle o reprimerle. Le emozioni vanno accettate e vissute. Se hai paura, vivila. Se provi rabbia, manifestala. Se senti dolore, accoglilo. Se provi piacere, lasciati trasportare. Sviluppa con loro un rapporto di collaborazione.

3 | USARE LA RAGIONE PER CONTROLLARLE È FALLIMENTARE | La coscienza è spesso “un optional che ci complica la vita”. Il nostro compito è far lavorare insieme coscienza ed emozioni: la coscienza predispone e analizza dopo, le emozioni ci consentono di sentire durante e agire tempestivamente.

Albert Einstein diceva: “La logica ti porta da A a B. L’immaginazione ti porta ovunque”. Abbraccia le tue emozioni, e lascia libera la tua mente!


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