E adesso cosa faccio? Quale scelgo tra le opzioni che ho a disposizione? Sulla base di quali parametri devo basare le mie valutazioni? E se poi faccio la scelta sbagliata? Avrò dei rimpianti? Se anche a te è capitato di vivere una situazione in cui ti sei posto tutte queste domande, allora sono felice di darti il benvenuto nel magico mondo delle decisioni!

Ad oggi, se stai leggendo questa pagina, puoi considerarti una persona fortunata. Vivi in quella parte del mondo che si è battuta per il benessere e che ha fondato molte delle sue scelte proprio su questo paradigma: “Se vogliamo massimizzare il benessere dei nostri cittadini, il modo per farlo è massimizzare la loro libertà di scelta”. Ahhhh, la libertà. A chi di noi non piace?

Questo paradigma è così radicato in noi che nessuno lo mette in dubbio. Ma siamo così sicuri che tutta questa libertà contribuisca alla nostra felicità? E come possiamo essere certi di fare la scelta giusta di fronte a così tanta disponibilità? A tal proposito ci vengono in aiuto gli studi di un noto psicologo americano, il Dr. Barry Schwartz.

Massimizzare la libertà significa massimizzare la scelta. E così a tutti noi capita di andare al supermercato e dovere decidere quale tra le 50 marche di quel prodotto, ad esempio un olio d’oliva, scegliere: evo, delicato, spremuto a freddo, fruttato, biologico, toscano, pugliese, ecc. ecc. ecc.… Al supermercato, ma non solo. Pensate per un attimo di dover acquistare un televisore: smart, a Led, full HD, 4K, 28 pollici, 42, o 56… Ma questo non avviene solo quando siamo di fronte ad un potenziale acquisto. Succede anche per le scelte importanti delle nostra vita. Carriera o famiglia? O magari entrambe? Se sì, con quale ordine? Prima una stabilità economica e poi i figli? Oppure il contrario, come leva per accelerare il primo processo?

La vita, in generale, è diventata una questione di scelte, e questo ha sicuramente dei risvolti positivi. Pensa a quella fetta di mondo che, purtroppo, non possiede ancora il diritto di essere libera: dalla schiavitù, di esprimere il proprio pensiero, di mostrarsi in pubblico. Ma avere troppa libertà di scelta ha purtroppo dei risvolti negativi, come ad esempio:

LA PARALISI DA ANALISI | Quando ci troviamo di fronte a troppe possibilità, decidere diventa difficile. In casi come questi, al posto che sentirci liberi, ci immobilizziamo e mentre il tempo scorre, la nostra decisione tarda ad arrivare (e in alcuni casi mai arriverà).

UNA MINOR SODDISFAZIONE | Se riusciamo a superare quello stato di “paralisi” iniziale ed effettuiamo una scelta, il nostro livello di soddisfazione è attenuato. Il motivo è da ricondurre al fatto che, avendo tante alternative, crediamo che avremmo potuto scegliere diversamente, lasciando quindi spazio al nostro rammarico.

LA VALUTAZIONE COSTO-OPPORTUNITÀ | Un concetto tanto caro a chi tratta temi di economia, ma non solo. Quando prendiamo una decisione, scartando le alternative, non possiamo non notare le opportunità che ci perderemo non avendo fatto quelle scelte, e questo riduce nuovamente la soddisfazione.

UN’INSODDISFAZIONE RISPETTO ALLE ASPETTATIVE | Un maggiore ventaglio di scelte implica la convinzione che esista una decisione perfetta o quasi. Inizia così una ricerca spasmodica della perfezione, che nella maggior parte dei casi, ahimè, non esiste. E così, le aspettative crescono e con esse l’insoddisfazione.

Questi aspetti negativi condizionano il nostro modo di sentire. E, secondo te, chi incolpiamo quando siamo soliti vivere quell’insoddisfazione che deriva dalle scelte che facciamo? Noi stessi, chiaro, come se fossimo la causa primaria. Ma purtroppo gli studi hanno dimostrato che un po’ di scelta è meglio di niente e, allo stesso tempo, che troppa scelta non è meglio di un po’. È il paradigma iniziale che non funziona.

Fatto questo, credo fondamentale, cappello introduttivo, probabilmente ti starai chiedendo: e quindi? Che cosa dobbiamo fare quando siamo di fronte a una decisione importante? Sulla base di cosa faccio la mia scelta?

Siamo soliti ragionare in maniera scientifica. Tendiamo, cioè, a pesare le nostre scelte: da che parte pende la bilancia? Prima di farne una, vogliamo misurarne l’effetto: quale delle due è meglio? Come farò, concretamente, ad accorgermene? La verità è che la ragione a volte poco centra con le decisioni che dobbiamo prendere, specialmente se queste sono veramente importanti.

Sono piuttosto i nostri valori interiori a dove avere una predominanza nella decisione. Se scelgo l’opzione A, come mi sentirò? In che modo rispetterò i miei valori guida? E se invece optassi per l’opzione B? Come mi sentirei? Le nostre scelte definiscono chi diventeremo, e i nostri valori solo l’unica guida che abbiamo per prendere certe decisioni. Ecco perché conoscerli e decidere di rispettarli ci aiuta enormemente a fare la scelta giusta.

Troppe persone lasciano al mondo, alle proprie paure, alle altre persone, il potere di scrivere la storia della propria vita con la concerta conseguenza di arrivare ad un certo punto della propria esistenza e, voltandosi indietro, avere la percezione di non averla mai vissuta veramente. Ed ecco allora che le scelte difficili non rappresentano solo una decisione, ma piuttosto uno strumento per diventare la persona che siamo destinati ad essere. E tu, chi vuoi diventare?


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