Immagina per un attimo di essere un atleta. Ti trovi alle Olimpiadi e stai per realizzare il sogno di una vita. Hai fatto molti sacrifici per essere qui, e tu lo sai. Quel misto di paura ed eccitazione ti pervade perché oggi, finalmente, è arrivato il grande giorno. Sei pronto a posizionarti sulla linea di partenza: la tua specialità sono i 100 metri, la regina delle gare di atletica. I bookmakers dicono che sei uno dei favoriti: nei prossimi 10 secondi potresti dimostrare al mondo intero di essere la persona più veloce su questo pianeta.

Dagli altoparlanti dello stadio, la chiamata per prepararsi ai blocchi di partenza. Ti togli la tuta, guardi il cielo e dai un ultimo sguardo al tuo allenatore. È il tuo momento. Posizioni le mani a terra, i piedi sui blocchi e guardi il traguardo. Sai che devi fare i conti con te stesso, oltre che con i tuoi avversari. Inizi quindi a parlarti: gli ultimi pensieri prima dello start. Ma qualcosa dentro la tua testa va storto, e inizi a dire frasi del tipo… “Ma chi sono io per farcela?”… “Non sono nessuno per riuscirci”… “Loro sono più forti di me”… “E se qualcosa dovesse andare storto?”…

E così, allo sparo di pistola, inizi a correre come riesci, ma i tuoi avversari partono meglio. Quelle parole sembrano delle profezie auto-avveranti: ti hanno depotenziato, svuotato, spento, E pensare che fino a quel momento tutto era filato liscio. Effettivamente tagli anche tu il traguardo, ma non nella posizione che avevi sognato. Con sportività, gli altri si congratulano con te, ma tu sai che avresti potuto fare di più. “Se solo potessi tornare indietro”. Un’altra opportunità persa, e molti rimpianti semplicemente perché non hai saputo gestire il tuo dialogo interno e motivarti nel momento che contava.

Perchè ti ho raccontato questa storia? Ciò che hai appena letto, e se hai seguito il mio consiglio lo hai anche immaginato, è la storia di molti di noi, che talvolta vorrebbero trasformare un’ambizione in un progetto concreto, ma che solitamente, per mancanza di metodo, autostima e/o convinzione, si auto-sabotano. I 100 metri che mentalmente hai appena corso altro non sono che una metafora da proiettare nella tua vita. Qual’è quel progetto che non stai realizzando perché pensi di non essere all’altezza? Qual è quella condizione che vorresti raggiungere ma che pensi ancora di non meritare?

Negli ultimi anni di studio, approfondendo le storie delle personalità di maggior successo, emerge chiaramente che esiste un fattore che più di tutti è in grado di garantire le migliori probabilità di farcela (in ogni ambito di applicazione), e questa è la costanza. Per costanza si intende la capacità di ripetere un’azione finalizzata al raggiungimento di un traguardo nonostante gli ostacoli che si incontrano lungo il percorso. E uno degli elementi che alimenta la costanza è la capacità di motivarsi nel tempo senza perdere la fiducia in se stessi, mantenendo il focus di sull’obiettivo e lottando per realizzarlo.

Molti credono che per motivarsi basti evitare di pronunciare frasi denigratorie verso la proprio persona, oppure, al contrario, incitarsi con affermazioni tipo “dai che la fai”, “sei il migliore”, “vincerai sicuramente”, e questa è ovviamente una falsa verità. Premesso che parlarsi in maniera positiva è molto meglio che “darsi addosso”, per la nostra mente non è sufficiente. La motivazione intrinseca (quella che nasce da dentro) è determinata da 2 fattori che a poco centrano con il dialogo interno:

UNO SCOPO CHIARO E ALTAMENTE MOTIVANTE | Qualsiasi sia il tuo obiettivo finale, devi sapere perché lo fai e per chi lo fai. Sulla linea di partenza dei tuoi “100 metri”, l’ultimo pensiero deve essere legato al tuo scopo. Puoi ripeterti perché lo stai facendo e chi, oltre a te, beneficerà dei tuoi risultati. Se ben formulato, il tuo scopo è in grado di accendere il motore della tua motivazione più profonda, quella che non lascia spazio all’insicurezza e ai dubbi.

LA CONSAPEVOLEZZA DI AVER FATTO IL MASSIMO | Spesso, i risultati che otteniamo sono il frutto di mesi (se non anni) di duro lavoro (allenamento). Siamo soliti considerare vera l’affermazione che “basta volere qualcosa per ottenerlo”, senza considerare nelle nostre valutazioni iniziali quanto sia necessario “farci il mazzo” per riuscirci. Qualsiasi sia la “gara” che stai preparando in questo momento, ti devi allenare con il massimo impegno: devi studiare, capire, sbagliare, riprovaci, chiedere aiuto alle persone più esperte di te, sudare, riprovarci di nuovo, elevarti, riuscirci. Sviluppare cioè la consapevolezza che hai fatto il massimo. Solo così, quando ti troverai “sulla linea di partenza” sarai certo di non avere dubbi: potrai vincere o perdere, ma sarai sereno di aver fatto tutto quanto in tuo possesso per dare il meglio di te in “gara”.

Se sviluppi una visione chiara e attraente del tuo futuro e se ti impegni al massimo per realizzarla, ogni limite diventa una sfida per dimostrare al mondo che nulla è impossibile. Se vuoi puoi? No, se sai perché lo fai, per chi e se sei disposto a farti il culo con costanza. Claudio Belotti, uno dei miei docenti ai tempi del Master, era solito dire “Non hai abbastanza fantasia per immaginare che cosa di bello la vita ti riserva se anche tu decidi di impegnarti a fare la tua parte”!


VUOI LEGGERE IL PROSSIMO ARTICOLO IN ANTEPRIMA? INSERISCI QUI I TUOI DATI:

[formlift id=”917″]