Se anche tu sei una persona ambiziosa, ti sarà sicuramente capitato di approcciarti di fronte a una domanda o a un tranello da risolvere la cui risposta era pressoché impossibile da trovare. In quel momento, avresti magari voluto migliorare uno o più ambiti della tua realtà, ma ancora non capivi come potevi farlo. Oppure avresti voluto risolvere un problema che avevi e contemporaneamente evitare di sbagliare e perdere tempo, ma più andavi alla ricerca della soluzione giusta e più scenari ti si aprivano di fronte, rendendo questo processo ancora più difficile.

Forse lo ripeto un po’ troppo spesso, ma c’è uno schema molto preciso che sottintende i risultati che otteniamo: risultati = abitudini = azioni = dialoghi interni = pensieri = emozioni. Che tradotto significa questo: i risultati che otteniamo dipendono dalle nostre abitudini ricorrenti, le nostre abitudini ricorrenti dalle somma delle azioni che mettiamo “in campo”, le nostre azioni dal modo in cui dialoghiamo con noi stessi, il modo in cui dialoghiamo con noi stessi dai nostri pensieri, i quali a loro volta sono mossi prevalentemente da una delle 4 emozioni primarie: piacere, paura, rabbia o dolore. Ma perché è importante tenere bene a mente questo schema? 

Il motivo vero è da ricondurre al concetto di cambiamento: essere persone ambiziose significa voler elevare il nostro livello, e per riuscirci dobbiamo essere disposti a cambiare qualche cosa delle nostre routine al fine di ottenere risultati più soddisfacenti. Ecco allora che, se conosciamo questo processo, spesso è sufficiente modificare uno solo di questi elementi per ottenere una reazione a catena generativa. Purtroppo però, nonostante questo modello sia decisamente chiaro, logico e razionale, trovare soluzioni talvolta risulta comunque complicato, specialmente quando si tratta di problemi complessi. Ma una buona notizia c’è…

Una degli stratagemmi che si utilizza in casi come questi arriva dall’universo del problem solving strategico ideato dal Professor Giorgio Nardone ed è rappresentata dalla “tecnica del come peggiorare”. Tale strumento rappresenta una sorta di “arma vincente” nei confronti di tutte quelle situazioni apparentemente inamovibili. Questa si esprime nel domandarsi quali sarebbero le azioni da mettere in atto e quelle da evitare per peggiorare volontariamente la nostra attuale situazione che, al contrario e nella realtà, vorremmo invece migliorare. Così come chiedersi quali sarebbero le cose che dovremmo pensare volontariamente e quali evitare di pensare per far complicare i problemi presenti, invece che condurli alla loro soluzione. 

Potresti quindi domandarti… Che cosa devo fare se volessi essere certo di fallire al 100%? Oppure… Che cosa dovrei continuare a non fare per essere certo di non farcela? Se volessi volontariamente complicare il problema che ho, che cosa dovrei iniziare a pensare? A questo punto, prendi nota delle tue risposte e stila un’attenta lista per iscritto di tutto ciò che ti viene in mente.

Queste che possono apparire domande assurde, considerato che ciascuno di noi vorrebbe migliorare la sua condizione risolvendo i propri problemi e non il contrario, in realtà sono una forma di autoinganno strategico basato sulla logica del paradosso, ovvero: “se vuoi imparare a raddrizzare una cosa, impara prima come storcerla di più”! Più ci sforziamo di pensare a tutti i modi per peggiorare la nostra situazione, più otterremo un duplice effetto positivo:

SVILUPPARE UN’AVVERSIONE AUTOMATICA AL FALLIMENTO | Identificare una lista di azioni controproducenti che mi allontanano volontariamente dalla soluzione del problema ha il magico potere di creare in me una pressoché immediata avversione a quelle stesse azioni che, naturalmente, mi condurrebbero verso una tentata soluzione fallimentare.

SVILUPPARE UN EFFETTO MOLLA | Il secondo, ancora più sorprendente, è che la mente spinta in tale direzione come una molla rimbalza nel suo opposto ovvero nel riuscire a vedere da altri punti di vista la situazione complessa ed escogitando spesso soluzioni prima nemmeno lontanamente contemplate. Provare per credere.

C’è una frase molto bella pronunciata dalla scrittrice americana e autrice di molti libri di auto-aiuto, Louise Hay, che dice: “Io non risolvo i miei problemi, correggo i miei pensieri. E i miei problemi si risolvono da soli”. Quindi… se sei una persona ambiziosa, cambia il tuo punto di vista e utilizza questa logica paradossale per trovare le risposta che stai cercando. Se anche in questo preciso momento non riesci ancora a vederla, ricordati che una soluzione c’è. Sempre.


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