Quante volte l’ho rincorsa, senza mai riuscire ad afferrarla. Quante volte ho deciso di mollare perché mai ce l’avrei fatta a raggiungerla. Quante ancora ho deciso che non ci avrei neanche provato, perché la vedevo come un miraggio, inafferrabile. E poi quante volte mi sono sentito inopportuno e incapace, semplicemente perché credevo fosse possibile perseguirla. A cosa mi sto riferendo? Alla perfezione, ovviamente.

Ritengo che una delle più grandi abilità dell’essere umano, che non dimentichiamolo nasce libero da ogni condizionamento, sia quella di incasinarsi la vita da solo. E una delle strategie migliori per essere certi di riuscire in questo intento è quella di andare alla continua ricerca della perfezione. Ma che cos’è la perfezione? E perché la maggior parte di noi la rincorre, vivendo spesso stati di malessere per non essere in grado di raggiungerla mai?

Aristotele, nel quinto libro della Metafisica, definisce la perfezione come “ciò che è così buono che niente di simile potrebbe essere migliore”. Come se la perfezione avesse dei limiti, che in realtà sappiamo benissimo non esistere, specialmente quando parliamo di materie umanistiche quali la psicologia e la filosofia. Un po’ per educazione, un po’ perché viviamo in un sistema che tende al miglioramento continuo, ci viene insegnato fin da piccoli che “chi si accontenta gode, così così” (giusto per citare una canzone). Ci viene inculcato inoltre che possiamo sempre crescere, progredire, migliorare. E se questo approccio ha un’accezione positiva nel nostro modo di interpretare la vita, purtroppo è altrettanto vero che questo concetto porta in grembo il rischio di rimanere perennemente insoddisfatti per aver rincorso una perfezione che si allontanava ogni volta che noi ci avvicinavamo a lei.

Percorrere questa illusoria strada verso la perfezione ci porta spesso a sentirci sbagliati, inopportuni, inefficaci. A configurarci standard talmente alti da essere troppo lontani dal nostro livello attuale. A cercare di essere qualcuno di diverso dalla nostra stessa natura, interpretando ruoli impersonali o indossando maschere che ci allontanano dalla nostra autenticità. Ma come possiamo quindi staccarci da questa subdola e continua ricerca di perfezione, e provare un senso di profonda soddisfazione e gratitudine rispetto al nostro percorso di crescita e auto-realizzazione? Ecco alcune soluzioni!

FATTI ISPIRARE DALL’ECCELLENZA | Siamo circondati da quasi 8 miliardi di persone, e uno degli aspetti positivi della globalizzazione è quello che non esistono più barriere tra gli esseri umani. Siamo tutti inter-connessi, e acquisire informazioni su qualcuno o qualcosa oggi è decisamente semplice. Definisci i tuoi modelli, quelli che ti ispirano ad essere una persona migliore, e decidi di non essere “perfetto” come loro: piuttosto comprendi come fare tuoi quei concetti o quei modi di fare che ti permetterebbero di essere una persona migliore, ma comunque te stesso, ed applicali al tuo contesto.

DEFINISCI IL TUO IDEALE | La differenza qui è sottile: non si tratta di essere perfetti (condizione riconosciuta universalmente da tutte le persone), ma di essere ideali. Definire il tuo modello ideale significa progettare chi vuoi diventare e che cosa vuoi ottenere, prestando particolare attenzione affinché questa concezione di futuro faccia sentire bene te, le persone che ami e aggiunga valore a quante più persone possibili. Non più perfetto, ma ideale per te!

METTI NEL MIRINO IL PROSSIMO MIGLIORAMENTO | Programma il tuo successo, un miglioramento alla volta, nella direzione del tuo ideale. Ricorda, anche i modelli ai quali ti ispiri sono partiti dal piccolo, e i successi che stanno ottenendo ora sono il frutto di anni di porte chiuse in faccia e di fallimenti epici, oltre che di grande dedizione e costanza nel lottare verso il proprio ideale. Sintonizzati su un tempo lungo: 5/10 anni, che oggi ci sembrano tantissimi, ma che passano in men che non si dica.

PRIMA PUNTA, POI SPARA ED INFINE MIRA | Ho imparato anni fa questo concetto, e ad oggi ne ho fatto uno dei miei cavalli di battaglia. Non puoi aspettare le condizioni perfette prima di lanciarti in un’impresa o nel prossimo progetto. Le condizioni perfette non esistono. Il consiglio è dunque questo: punta il tuo bersaglio e subito dopo spara. Evita di pensarci troppo. Non ti preoccupare se l’idea iniziale avrà degli aspetti che non puoi prevedere e che dovrai sicuramente correggere in corso d’opera. Una volta che sarai partito, avrai modo di mirare meglio il tuo bersaglio e avvicinarti sempre più al tuo ideale.

Solitamente succede così: il giorno in cui smettiamo di voler essere perfetti le altre persone lo riconoscono e iniziano ad apprezzarci per quello che siamo veramente. Impara ad essere autentico, a camminare senza maschere e con gli occhi di chi ancora è capace di sognare. E circondati di persone che ti vogliono bene per quello che sei. La perfezione non esiste, e i perfettini sono la categoria più noiosa che esista sulla faccia della terra (parola di un ex aspirante perfettino)!


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