“Bigger is better” è un gioco per bambini che ha ispirato il ventiseienne Kyle MacDonald a realizzare un’impresa straordinaria. Un giorno, nel 2005, mentre era seduto alla sua scrivania, si fece questa domanda: quanto può valere una graffetta rossa? La risposta si sarebbe potuta rivelare banale, ma si sa, talvolta, il valore delle idea supera anche la migliore delle fantasie.

Così Kyle, animato da una sana curiosità e uno spiccato spirito avventuriero, decise di scoprire lui stesso con che cosa sarebbe riuscito a scambiare una semplice graffetta rossa. Il 12 Luglio del 2005 pubblicò quindi il primo annuncio. Qualche giorni più tardi, due ragazze di Vancouver decisero di offrirgli in cambio una penna a forma di pesce e così avvenne il primo baratto. Una penna a forma di pesce aveva molto mercato: quale pescatore non vorrebbe possederne una? E così, una donna di Seattle la volle far sua (probabilmente per regalarla al marito!!!) dando in cambio un pomello di una maniglia a forma di faccia, che poi venne scambiato con un fornello da campeggio nel Massachusetts.

Era iniziato tutto per gioco, ma con il passare dei giorni l’ambizione di Kyle aveva preso il sopravvento. Fino a che punto sarebbe stato possibile generare valore partendo da una banalissima graffetta rossa? Per aumentare la visibilità del suo progetto, il ragazzo diede vita al sito OneRedPaperclip.com e in pochi giorni gli arrivarono centinaia di email con offerte di ogni genere, compresa l’assurda proposta di una ragazza pronta a scambiare la sua verginità!

Ovviamente Kyle rifiutò e il fornello da campeggio fu barattato prima con un generatore di corrente, e poi con un barile di birra e un’insegna luminosa di un noto birrificio americano. Così, due giorni più tardi ottenne in cambio una motoslitta che, grazie a una serie di altri scambi, divenne una mezza giornata insieme al cantante Alice Cooper. Kyle fu invitato anche sul palco di un concerto e portò con se un’enorme graffetta rossa.

La popolarità del suo progetto fu così grande tanto da diventare un caso mediatico: il sito faceva registrare ogni giorno nuovi record e Kyle veniva invitato in molte trasmissioni televisive. E così, continuando ad alimentare la comunicazione attorno al suo progetto, alla fine il ragazzo ottenne come risultato dei numerosi scambi una casa a Kipling, nel Saskatchewan (Canada). Un viaggio senza soldi, ma con un grande entusiasmo e una folle idea, aveva trasformato una graffetta rossa in una casa. Ma cosa ci insegna veramente questa storia?

THINK DIFFERENT | Ad oggi, Kyle, riportando le sue stesse parole, potrebbe essere stato “un ragazzo seduto alla scrivania con una graffetta in mano che si chiede cosa fare con quel pezzetto di ferro”. Ma prendendo quella decisione, folle ai tempi, Kyle è diventato oggi un esempio di intraprendenza. Su di lui sono stati scritti decine di libri e migliaia di articoli. Ancora oggi la sua storia ispira molti giovani ragazzi a pensare fuori dagli schemi. Perché spesso avviene proprio così: non è la realtà ciò che conta, ma il modo in cui la interpretiamo e la viviamo a fare la differenza. “Think different” non è solo un claim che ha utilizzato per anni la Apple, ma una soluzione per vivere quel cambiamento che alcuni di noi desiderano veder accadere. 

BIGGER IS BETTER | È bene non dimenticarsi mai che fino a qualche anno fa anche noi eravamo bambini, e in quanto tali, amavamo giocare. Forse è possibile farlo anche da adulti, rompendo quel guscio di falsa ipocrisia che ci vuole persone seriose e costrette al mero dovere. È vero, da adulti cambiano le responsabilità, ma la storia di Kyle ci dimostra come è possibile generare un immenso valore partendo da un pezzetto di ferro e coinvolgendo più persone durante il percorso, lasciandosi comunque ispirare da un gioco. Così facendo, una “graffetta rossa” diventa il simbolo di quella rivoluzione alla quale le nuove generazioni sono chiamate a rispondere. Ricordandosi che… “prendersi troppo sul serio non è mai la soluzione”.

IMPOSSIBLE IS NOTHING | La Nike ha costruito un impero anche grazie a questo slogan. I più conservatori però non lo amano molto, in quanto affermano che illude le persone ad un mondo che per molti resterà utopia. Personalmente non so chi abbia più ragione, ma una cosa è certa: laddove la mente crede possibile la realizzazione di un progetto, qualsiasi esso sia, il corpo si organizza per trasformarlo in qualcosa di concreto. La mente, in questo senso, lavora come un faro: illumina la direzione e inquadra l’obiettivo. A questo seguono le azioni, le uniche in grado di far sì che un’idea diventi realtà. E se “impossible is nothing” serve a generare più benefici che dolori, allora ben venga anche questo concetto. Per ricordarmi di questa storia, dopo averla scoperta, mi sono comprato una confezione di graffette rosse!

Think different, bigger is better, impossible is nothing… Trova la tua “graffetta rossa” e trasformala in qualche cosa di unico!


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