Ritorneremo presto alla normalità: è questo ciò che la maggior parte di noi si augura. Quella normalità che spesso ci stava stretta e che a volte ci faceva incazzare. Quella per cui eravamo soliti sbuffare, talvolta annoiati. Quella normalità che era entrata a far parte delle nostre vite, e che un virus ci ha spazzato via in un attimo.

In questi giorni in cui siamo stati in casa, la nostra routine ha subito uno stravolgimento epico. Dalla sera alla mattina, molti di noi si sono ritrovati senza la possibilità di recarsi al lavoro, di frequentare le persone amate e di praticare i propri hobbies. In molti, poi, si sono ritrovati in casa da soli, non potendo frequentare più nessuno per giorni.

Perso tra i miei pensieri, mi sono chiesto: “Ma che cosa ci manca maggiormente in questo periodo?” Ho fatto allora un sondaggio tra i miei follower di Instagram per capire come questa nuova situazione avesse impattato sulle loro vite. Questi i risultati.

Su 40 risposte, il 6% ha dichiarato che il sentimento venuto a mancare fosse la serenità. Da buon Coach, avrei chiesto cosa significasse per loro la parola “serenità”, ma non essendo una vera e propria sessione, mi sono limitato a leggere la risposta. 

Il 12%  ha invece dichiarato che a mancare maggiormente fossero le passioni, e in particolar modo gli allenamenti outdooor dei miei amici runners, obbligati al riposo forzato.

Il 16% ha poi detto che a mancare più di tutto fosse la libertà, che io ho inteso come la necessità di dover giustificare i propri spostamenti, oltre all’impossibilità di decidere cosa fare e cosa no.

Al secondo posto, con un 18%, si è classificato il desiderio di normalità. Come spesso accade, ci accorgiamo di quello che ci manca proprio nel momento in cui ci viene tolto.

Ma a vincere il sondaggio sono state quel 48% di risposte che hanno dichiarato che erano proprio le persone a mancare maggiormente. E poco contava che fossero i genitori, gli amici, il barista di fiducia, o semplicemente l’abbraccio con un altro essere umano.

Interessante, vero? Personalmente, quando la “normalità” tornerà a fare breccia nella nostra quotidianità, sono certo che farò due cose: parteciperò al più grande assembramento della storia, e mi ricorderò di ringraziare tutte le mattine per ciò che ho, comprese quelle relazioni che nutrono il nostro amore. La gratitudine, appunto: una forza potentissima e che, se allenata, è in grado di ricordarci quanto sia preziosa la normalità.